» Natale
1) Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l’asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?
Poesie
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2) Camminano angeli, muti con me; non hanno respiro le cose; in pietra mutata ogni voce, silenzio di cieli sepolti.
Angeli
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3) Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera.
Tramonto
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4) Se mi desti t'ascolto, e ogni pausa è cielo in cui mi perdo, serenità d’alberi a chiaro della notte.
Buonanotte
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5) Desiderio delle tue mani chiare nella penombra della fiamma: sapevano di rovere e di rose; di morte. Antico inverno.
Inverno
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6) I filosofi, i nemici naturali dei poeti, e gli schedatori fissi del pensiero critico, affermano che la poesia (e tutte le arti), come le opere della natura, non subiscono mutamenti né attraverso né dopo una guerra. Illusione; perché la guerra muta la vita morale d'un popolo, e l'uomo, al suo ritorno, non trova più misure di certezza in un modus di vita interno, dimenticato o ironizzato durante le sue prove con la morte.
Guerra
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7) Ogni incontro, discorso, paesaggio si trasforma attraverso la voce di Zavattini in categoria della sua anima che agisce in armonia con la natura e la società.
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8) Ma c'è in Esenin, evocatore di ritmi, luci, colori, odori, un'altra realtà; l'infanzia del suo linguaggio con immagini strappate ad ogni spirale logica e segni, quasi discografia distorta, che sfuggono alle architetture sintattiche abituali... "Io non sono un mercante di parole", scrive in una sua lirica, quasi a voler stringere i propri giudici su un terreno di humus sacrale, in un prodigio di itinerari ignoti alla cifra grafica.
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9) La rassegnazione alla solitudine, opposta al dolore lucreziano, avvicina a noi Virgilio più degli altri poeti latini dell'antichità classica.
Solitudine
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10) L'uomo grida dovunque la sorte d'una patria.
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11) La poesia è la rivelazione di un sentimento che il poeta crede che sia personale e interiore, che il lettore riconosce come proprio.
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12) Il cuore domanda o che i suoi piaceri siano accresciuti o che i suoi dolori siano compianti, domanda di agitarsi e di agitare perché sente che il moto è nella vita e la tranquillità nella morte.
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13) Ma come è sempre tardi per amare.
Brevi
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14) Avidamente allargo la mia mano: dammi dolore cibo cotidiano.
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