Bio in scrittura
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1) Una persona può essere religiosa ed esercitare nel contempo la filosofia: ma la filosofia in quanto tale non è religiosa, in nessun caso.
Filosofia
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2) Sotto l'ombrello della religione si accomodano in molti. Per tutti loro il pensatore rigorosamente ateo è un guastafeste, privo di grandezza speculativa, di sensibilità poetica e di tensione verso la redenzione collettiva.
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3) Se c'è qualcosa di cui la filosofia è mortalmente nemica, in quanto esercizio intellettuale, questa è la religione, l'irrazionalità, la superstizione, le chiese come istituzioni monopolizzatrici di verità indiscutibili, l'obbedienza intellettuale assoluta, l'obbedienza intellettuale all'assoluto.
Religione
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4) Ritengo che il filosofo non debba essere religioso per la stessa onestà di fondo che vieta al doganiere di diventare contrabbandiere.
Filosofia
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5) Mi risulta difficile accettare che qualcuno capace di ragionamenti elaborati e con una mentalità non sottomessa all'assolutismo del Potere, per quanto paternalistico esso possa essere, veda nell'esistenza di un Dio onnipotente, al cui capriccio creatore apparterremmo, una prospettiva cosmica desiderabile.
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6) La volontà di credere nasce da debolezze e sofferenze umane abbondantemente comprensibili, che nessuno può né deve condannare con insipida arroganza; ma l'incredulità nasce da uno sforzo per approdare a una veridicità senza inganni e a una fraternità umana priva di rattoppi trascendenti che, nell'insieme, mi sembrano anche più degni di rispetto.
Credere
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7) L'azione non è una capacità facoltativa degli esseri umani, bensì una necessità essenziale dalla quale dipende la nostra sopravvivenza come individui e come specie. Si può scegliere come e quando agire, ma agire è di per sé inevitabile: in questo non c'è scelta.
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8) Essere figli di un Dio paterno, creatore dell'universo e cose del genere, riduce la complessità della nostra carne a una semplice questione di obbedienza e disobbedienza. Ciò non significa niente di morale, ma tutto il contrario: in realtà, acquistiamo la prospettiva etica proprio quando comprendiamo che per orientare la valutazione delle nostre azioni non basta obbedire o disobbedire.
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9) Chi denuncia con fermezza le manovre ecclesiastiche per influire indebitamente su questioni civili legislazione, istruzione, eccetera viene solitamente accusato di anticlericalismo -anacronistico-, come se invece la fede e l'obbedienza, che costituiscono il nucleo di ogni chiesa, costituissero il massimo dell'emancipazione della modernità.
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10) Anche se creduta solo a metà, la promessa religiosa serve a molti come lenitivo del patimento anticipato della nostra perdizione morale. In vista del beneficio anestetico che fornisce, i credenti ignorano la sua inverosimiglianza, e negoziano come possono la propria condotta quotidiana con le proibizioni e le regole promulgate dai sacerdoti, proclamatisi amministratori del rimedio teologico.
Religione