Bio in scrittura
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1) Un maestro di scacchi non cerca la mossa migliore: la vede.
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2) Per uno scacchista è ovvio sostenere che essere portati per gli scacchi implichi grande intelligenza, se non genialità, ma purtroppo abbiamo pochi elementi a sostegno di questa teoria.
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3) Le leggi della vita non sono così chiare come quelle degli scacchi.
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4) In genere nei campioni di scacchi non vi sono indizi di particolari talenti, tranne quello ovvio di saper giocare a scacchi.
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5) Il gioco degli scacchi è lo sport più violento che esista.
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6) I mercati azionari e i campi di battaglia non sono ordinati come una scacchiera, ma anche lì il successo dipende dalla qualità di decisioni scaturite da metodi di analisi appropriati.
Successo
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7) Gli scacchi sono un unico nesso cognitivo, una circostanza in cui arte e scienza si uniscono nella mente umana e vengono poi raffinate e potenziate dall'esperienza.
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8) Gli scacchi sono considerati un simbolo universale di intelligenza e complessità, raffinatezza e astuzia. Eppure l'immagine del tipico giocatore di scacchi continua a essere quella di un eccentrico che a volte rasenta la psicosi.
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9) Gli scacchi hanno molto di più in comune con la boxe che con altri passatempi, e riprendersi da una sconfitta può essere perfino ancora più difficile.
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10) Gli scacchi ci insegnano il potere del «perché?» in modo molto chiaro. Ogni mossa ha una conseguenza ed è in relazione con la strategia generale o non lo è. Se non ci si interroga sulla ragione di ogni mossa si finirà per perdere contro qualsiasi giocatore applichi un piano coerente.
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11) Ci sono poche cose così brutali come gli scacchi professionistici.
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